Lamborghini Aventador J: immagini ufficiali

Progettata e costruita per un cliente appassionato del marchio, la Lamborghini Aventador J è un esemplare unico al mondo derivato della supercar di Sant’Agata Bolognese. La lettera J significa “Jota”, nome molto importante per le vetture Lamborghini, già utilizzato in passato. La Aventador J si presenta come supercar senza tettuccio ne parabrezza, in un insieme di linee e di effetti che esaltano ancor di più le linee spigolose ed aggressive della supercar del toro. Per realizzare questo esemplare unico, gli ingegneri Lamborghini hanno riprogettato la parte centrale in carbonio per far in modo che resistesse alle sollecitazioni anche senza tettuccio e montanti, diminuendo così il peso complessivo. La vettura va guidata come una vettura da corsa, con casco e tuta, obbligatori dato che si guida completamente “scoperti”. Nonostante la Aventador J derivi strettamente dalla Aventador LP700-4, il design e lo stile sono unici, quasi incredibili. La fiancata assume una forma ancor più aggressiva, così come il frontale, donando alla Aventador J un aspetto estremo che ricorda lo Stealth, il famoso aereo invisibile ai radar. Al posteriore è stata introdotto un grande spoiler per motivi aerodinamici, in quanto una vettura senza tetto e parabrezza sarebbe difficile da controllare alle elevate velocità. Le portiere si aprono verso l’alto (anche se la soluzione è più tuning e non come le antenate), mantenendo intatto il dna Lamborghini. Inoltre per diminuire il peso sono stati tolti climatizzatore,  radio e sistema di navigazione per far posto ad un abitacolo spoglio e rivestito unicamente di carbonio e di CarbonSkin, una fibra di carbonio flessibile utilizzata per i sedili e per la plancia, per la prima volta su una autovettura. Il propulsore rimane lo stesso della Aventador LP700-4, il V12 6.5 litri aspirato da 700 CV in grado di erogare 690 Nm di coppia disponibili a 5.500 giri/min. La Aventador J sarà esposta al Salone dell’auto di Ginevra (8-18 marzo) e rimarrà un unico esemplare.

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Author: Manuel Morlini

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