Museo Casa Enzo Ferrari: viaggio tra il mito e la leggenda

Ferrari. Un nome che rievoca passione, vittorie, corse e molte emozioni anche ai non appassionati di auto e che rappresenta l’eccellenza motoristica italiana. A creare questo mito e questa sorta di magia intorno al nome, oggi vero e proprio simbolo del made in italy, troviamo la figura del grande Enzo Ferrari, uomo di grande passione e grande determinazione che ha dato vita al mito del cavallino rampante. Per ricordare le grandi imprese di Enzo Ferrari è stato inaugurato il 10 marzo 2012 il nuovo Museo Casa Enzo Ferrari (MEF), museo dedicato alle vetture e alla vita del “Drake” nella stessa casa in cui è nato e vissuto, a pochi passi dalla sede attuale della Maserati. Accanto alla casa natale di Enzo è stato costruito il vero e proprio museo Ferrari, una grande area espositiva a forma di “mano” che tende ad avvolgere la casa di Enzo. Questo enorme museo ha il tetto a forma di cofano delle antiche vetture da corsa ed ospita quasi 30 vetture. La particolarità di questo museo è che non ospita solo vetture Ferrari, ma molte altre vetture storiche sportive nate in quel di Modena come le Maserati. Durante la nostra visita al MEF infatti, era allestita una mostra dedicata a Ferrari e Maserati, che ripercorre tutte le sfide storiche ed i vari modelli di successo di entrambe le case, alla quale dedicheremo un articolo approfondito. Abbiamo deciso di dedicare un approfondimento alla vita e alla storia del grande Enzo Ferrari oltre che ai due musei, i quali sono stati realizzati in modo perfetto e impeccabile.

 

 

IL MUSEO CASA ENZO FERRARI

Il 10 marzo ha aperto al pubblico il nuovo Museo Casa Enzo Ferrari (MEF) di Modena, museo dedicato a Enzo Ferrari uomo, pilota e costruttore, uno dei miti italiani più famosi nel mondo indiscusso protagonista del ‘900. “Se lo puoi sognare, lo puoi fare è una delle frasi più conosciute di Enzo Ferrari, quella che rappresenta meglio la sua filosofia di vita, segnata da passione, creatività, coraggio e sfida. Un mito che ha reso Modena e Maranello capitali di un sogno realizzato. Il MEF ripercorre la storia e l’evoluzione di un territorio unico, profondamente legato anche ad altre realtà storiche molto famose , come le carrozzerie Scaglietti, Fantuzzi, Stanguellini fino alle realtà ancora oggi ben consolidate, come Maserati, Pagani, De Tomaso e Alfa Romeo. Il nuovo complesso museale, realizzato con un investimento di circa 18 milioni di euro, è composto dalla casa originale in cui nacque Enzo Ferrari nel 1898 e all’officina meccanica del padre, accanto alla quale è stata costruita la nuova galleria dal design avveniristico.

 

 

LA NUOVA GALLERIA DEL MEF

La nuova Galleria è formata da un’ampia vetrata principale, dalla quale è possibile vedere la casa originale dove nacque Enzo Ferrari anche quando si è all’interno. La linea avveniristica e moderna della galleria è stata costruita ispirandosi alla forma di un “cofano” delle vetture da corsa del passato, le quali avevano alcune protuberanze che fungevano da presa d’aria per il motore. Oggi come allora, quaste feritoie permettono alla luce solare e all’aria di entrate all’interno del museo, mantenendo l’ambiente interno sempre fresco e ben illuminato. La galleria è costruita interamente in Allimunio ed il tetto è stato verniciato in giallo modena, colore della città di Modena scelto da Enzo Ferrari come sfondo del logo del Cavallino Rampante. La galleria nasce anche dal progetto “Open Hand”, così chiamato perché ricorda una mano aperta che abbraccia la Casa Natale di Enzo Ferrari. L’interno della galleria si estende per 5000 mq e comprende, oltre alla parte espositiva, un’aula per la didattica con centro di documentazione digitale, una conference-room, una saletta per proiezioni cinematografiche dove vengono proiettate la storia di Enzo Ferrari e di Manuel Fangio, uno store e una caffetteria. L’ambiente interno è stato realizzando interamente utilizzando il bianco, colore che infonde luce e pulizia ed esalta le livree delle vetture esposte.

 

 

LA VITA DI ENZO FERRARI

Enzo Anselmo Ferrari nasce a Modena il 18 febbraio 1898, ma la sua nascita viene registrata due giorni più tardi a causa della neve. Il padre era stato capo officina alle Officine Rizzi e possedeva un’officina di carpenteria metallica, la quale occupava circa 30 dipendenti nella costruzione di ponti e tettoie per le ferrovie dello stato. All’età di 10 anni, il padre portò Enzo ed il fratello Alfredo ad assistere ad una corsa automobilistica sul circuito di Bologna, sulla via Emilia. La gara viene vinta da Felice Nazzaro (Vincenzo Lancia realizzò il giro più veloce) ed il giovane Enzo ne rimase fortemente impressionato. Queste le sue parole:

 

”Avevo dieci anni, era il 1908 e mio padre mi portò a una corsa automobilistica sul circuito di Bologna,  che si snodava sulla via Emilia. Mio padre e mio fratello maggiore parlavano spesso di automobili e io li ascoltavo, il mio interesse cresceva. Così quel giorno, ricordo, ebbi un’emozione violenta”

 

L’anno dopo Enzo assistette ad una nuova gara che si disputava sulla strada provinciale tra Modena e Ferrara, il cosiddetto “Record del Miglio”, la quale richiamava piloti come Cerano, Da Zara, Gioia, Scipioni e Carminati. L’asfalto non esisteva ancora e gli uomini con mastelli e secchi d’acqua innaffiavano la strada prima del passaggio dei concorrenti di ogni categoria. Lo Stesso Enzo affermò:

 

“Furono queste competizioni a darmi il brivido, la mia adolescenza conobbe tre passioni dominanti, tre grandi sogni: tenore d’operetta, giornalista sportivo, corridore d’automobile. Il primo sfumò per mancanza di voce, il secondo resistette, ma in forma velleitaria, il terzo ebbe il suo corso, la sua evoluzione”.

 

Enzo inizia la sua attività di istruttore alla scuola tornitori dell’officina dei pompieri di Modena, dopo aver interrotto forzatamente gli studi alla terza tecnica. Nel 1.916 però una doppia tragedia colpisce la famiglia di Enzo: a causa di una polmonite, Enzo perdo in poco tempo il padre ed il fratello. Nel 1.917 viene richiamato alle armi durante la prima guerra mondiale e viene assegnato al III Artiglieria da Montagna, distaccamento della Val Seriana. Una malattia grave però lo costringe ad essere sottoposto a due operazioni e ad essere, quindi, congedato a fine ostilità. L’esperienza militare gli lascia una lettera di presentazione per potersi offrire alla Fiat. Una volta ristabilito e congedato, Enzo cerca un lavoro alla Fiat ma, con suo enorme disappunto, non c’erano posti vacanti. La passione per l’automobile lo spingeva ad entrare nel settore anche se il paese era ancora in una sorta di stato di guerra: la circolazione del traffico privato era ancora proibita e ciò bloccava il mercato. Alla fine del 1918 trova occupazione a Torino in qualità di collaudatore di automobili, presso un’azienda che trasformava camion leggeri in telai che venivano successivamente assemblati dalla carrozzeria Italo-Argentina con sede a Milano. Il 24 dicembre le restrizioni sul traffico vennero annullate, permettendo all’industria automobilistica di espandersi. Il lavoro di Enzo consisteva nel guidare i camion ridotti ad un semplice telaio dotato di motore fino a Milano, dove in seguito venivano carrozzati. Nella città lombarda, trova un nuovo posto grazie a Ugo Sivocci  alla CMN (Costruzioni Meccaniche Nazionali) come collaudatore e, successivamente, pilota da corsa. Esordisce in gara nel 1919 nella corsa in salita Parma-Poggio di Berceto, arrivando quarto nella categoria tre litri alla guida di una 4 cilindri, 2.3 litri, CMN 15/20. Nello stesso anno, il 23 novembre, partecipa alla Targa Florio dove non ebbe altrettanto successo: un problema al serbatoio della benzina gli fece perdere oltre quaranta minuti.

 

Nel 1920, dopo una serie di gare alla guida di una Isotta Fraschini 100/110 IM Corsa, Enzo arriva secondo assoluto alla Targa Florio alla guida di un’Alfa Romeo, 6 litri, 4 cilindri, tipo 40/60. Inizia così una collaborazione con la casa del Biscione che durerà vent’anni e lo porterà a ricoprire incarichi di collaudatore, pilota, collaboratore commerciale e, infine, direttore del reparto Alfa-Corse fino al novembre 1939. Come pilota ufficiale dell’Alfa, Ferrari prende parte a diverse corse, con alcuni risultati positivi, come il 5° posto alla Targa Florio, in maggio, ed il 2° posto al Circuito del Mugello, in luglio. In quell’anno riporta anche il suo primo vero incidente: alla vigilia del Grand Prix di Brescia categoria Gentlemen, a settembre, Enzo uscì di strada per evitare una mandria di mucche che stava attraversando il tracciato della corsa.

 

Nel 1923 un grande capitolo della storia Ferrari si scrive. Enzo infatti vince il primo Circuito del Savio e in quella occasione incontra il Conte Baracca padre del famoso asso dell’Aviazione Italiana, Francesco Baracca. In seguito conoscerà anche la Contessa Baracca, dalla quale riceverà una foto con dedica nella quale è rappresentato il figlio con alle spalle il proprio aereo da guerra con il simbolo del cavallino rampante. In seguito all’abbattimento e alla morte di Baracca, la contessa inviterà Enzo Ferrari ad utilizzare tale simbolo, convinta che in futuro le porterò fortuna. Molti non sanno però che anche la Ducati utilizzò lo stesso cavallino rampante sulle proprie moto tra il 1956 e il 1961. Questo perchè il famoso progettista della Ducati, Fabio Taglioni, ideatore della distribuzione desmodromica, era nato a Lugo di Romagna come Baracca e per questo motivo decise di omaggiare l’aviatore ponendo il suo simbolo sulle moto Ducati che progettava. (foto qui in basso a destra)

 

Nel 1924 Enzo Ferrari ottiene il primo riconoscimento ufficiale dallo Stato, ricevendo la carica di Cavaliere per meriti sportivi, diventando, poi, nel 1925, Cavaliere Ufficiale; la sua passione per il giornalismo lo porta a diventare uno dei fondatori, a Bologna, del “Corriere dello Sport”. Sempre in quell’anno vince a Pescara la coppa Acerbo con l’Alfa Romeo RL, battendo la Mercedes, appena reduce dal trionfo nella Targa Florio. Nel 1927 Ferrari riceve il titolo di Commendatore, come riconoscimento per i servizi resi al Paese in campo sportivo. Nello stesso anno, il 5 giugno, vince il Circuito di Modena con l’Alfa Romeo 6C1500 SS. Il 20 maggio di un anno dopo Enzo vince il 2° Circuito di Modena, sempre al volante di un’Alfa Romeo 6C 1500.

 

 

LA NASCITA DELLA SCUDERIA FERRARI

Nel 1929, da un’idea scaturita in una cena a Bologna, Enzo fonda a Modena la “Scuderia Ferrari”, società sportiva che aveva come scopo quello di far correre i propri soci.  I primi soci furono i fratelli Caniato di Ferrara e Mario Tadini, più tardi arrivò il conte Trossi. La scuderia gareggiava sia con auto, soprattutto Alfa Romeo, sia con moto. Negli anni seguenti la Scuderia Ferrari divenne una filiale tecnico-agonistica dell’Alfa Romeo, alla quale si sostituirà nel 1933 nella gestione dell’attività sportiva diventando la Squadra corse ufficiale dell’Alfa. Il 1931 è l’anno dell’ultima corsa di Enzo Ferrari come pilota. Al circuito delle Tre Province, il 9 agosto del 1931, Ferrari arriva secondo, alla guida di un’Alfa Romeo 8C 2300 MM, alle spalle di Nuvolari. La vicina nascita del figlio Alfredo detto “Dino” e i sempre maggiori impegni come direttore della Scuderia, lo portano a decidere di ritirarsi dalle corse. Nel 1932 inoltre, compare per la prima volta il simbolo del cavallino rampante su sfondo giallo sulle vetture della squadra corse dell’Alfa Romeo, ovvero la Scuderia Ferrari. Infatti la prima corsa nella quale l’Alfa permise di utilizzare a Ferrari il cavallino sulle proprie vetture fu la 24 ore di Spa del 1932, nella quale un’Alfa Romeo 8C 2.300 con il cavallino rampante Ferrari vinse. Nel 1937 la Scuderia Ferrari costruisce l’Alfa Romeo 158 “Alfetta” che dominerà nelle competizioni internazionali (Nella foto: la prima vettura prodotta da Alfa Romeo con il cavallino rampante di Ferrari)

 

 

LA SEPARAZIONE DALL’ALFA ROMEO E LA PRIMA VETTURA FERRARI

Nel 1938 la Scuderia Ferrari viene chiusa e Enzo Ferrari diventa direttore dell’Alfa-Corse. Un anno dopo Enzo Ferrari lascia l’Alfa Romeo in modo brusco, con l’accordo di non poter usare il nome Ferrari associato alle corse e alle macchine da corsa per almeno quattro anni. Da quel giorno, battere le Alfa Romeo con le vetture da lui costruite divenne il suo obiettivo e nacque quella sorta di amore e odio verso la casa automobilistica tanto amata con la quale però non ha chiuso in buoni rapporti. Ferrari fonda così la “Auto Avio Costruzioni” a Modena, nel garage di Viale Trento e Trieste. Nel quartier generale della vecchia Scuderia Ferrari inizia la costruzione di due auto per la Mille Miglia, l’ultima prima della guerra; alle vetture (1500 cc, 8 cavalli) viene dato il nome di 815 e a condurle saranno il giovane Alberto Ascari ed il Marchese Lotario Rangoni Machiavelli di Modena. La 815 fu realizzata in parte con materiali Fiat e il progetto fu curato da Alberto Massimino. Nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, l’Auto Avio Costruzioni si trasferisce da Modena a Maranello, dove viene costruita la prima parte di quella che sarà la sede Ferrari. L’azienda lavora per la Compagnia Nazionale Aeronautica di Roma, la Piaggio e la RIV, producendo rettificatrici oleodinamiche per la fabbricazione di cuscinetti a sfera.

 

A Maranello passai nel ’43 in virtù della legge del decentramento industriale che era stata imposta alle fabbriche, a modena avevo una quarantina di operai che nel corso della guerra aumentarono sensibilmente, sì che a Maranello potevo contare su 140-160 unità. La scelta di questo paese, ai piedi della cosiddetta linea gotica, fu dovuta alla ragione che possedevo un terreno nelle immediate vicinanze della attuale fabbrica.”

 

Nel 1944 l’officina venne bombardata in quanto produceva materiale bellico per il paese, ma venne subito ricostruita. Un anno più tardi, al termine della guerra, inizia la progettazione completa della prima vettura “Ferrari”. Il progetto è ambizioso: usare un motore 12 cilindri a V di appena 1500 cc, un tipo di propulsore che avrebbe segnato l’intera storia della marca. Lo scopo era quello di creare una vettura dai molteplici usi: gare, sport e Formula ma anche stradale. Nel 1945 nasce Piero, il secondogenito di Enzo e nemmeno un anno più tardi Ferrari distribuisce alla stampa i primi dati e disegni della sua nuova vettura. Così il 2 marzo del 1947 guida la Ferrari 125S nella prima uscita dalla fabbrica, la prima vera Ferrari.

 

 

LA FERRARI E LA FORMULA 1

Il primo mondiale ufficiale di Formula 1 si disputò a partire dal 1950, il quale fu vinto dall’Alfa Romeo con Nino Farina. Nel 1951 il secondo mondiale di Formula 1 fu vinto nuovamente dall’Alfa Romeo con Manuel Fangio ma la Ferrari vinse il suo primo Gran Premio di Formula 1 a Silverstone, in Inghilterra, grazie al pilota argentino Froilan Gonzalez. In quella occasione Enzo riuscì a battere con le sue vetture le Alfa Romeo, vera potenza motoristica del tempo. Da qui nacque la leggende che Ferrari si mise a piangere grazie a questa vittoria, con la quale riuscì a battere le Alfa romeo. Questa in realtà non è una leggenda ma è una realtà certa. In una intervista infatti, Enzo affermò:

 

“Quando nel 1951 Gonzales su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la “159” e l’intera squadra dell’Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: “Io ho ucciso mia madre”

 

Ferrari aspettò un solo anno per coronare il sogno di una vita: vincere un campionato di Formula 1 con la propria vettura. Infatti nel 1952 e nel 1953 la Ferrari vinse due mondiali consecutivi con il grande Alberto Ascari, anche a causa del ritiro dalla massima serie dell’Alfa Romeo a causa di problemi finanziari. Nel 1956 il figlio di Enzo, Dino, muore di distrofia muscolare. Ferrari aveva coinvolto fino all’ultimo suo figlio nella decisione di realizzare un nuovo motore 1500 cc, e la scelta finale cade su di un motore di 6 cilindri a V che debutta cinque mesi dopo la morte di Dino: da allora, tutti i motori Ferrari 6 cilindri a V saranno conosciuti come “Dino”.

 

 

L’ACCORDO CON FIAT E GLI ULTIMI ANNI

Nel 1963 Enzo Ferrari rinuncia all’accordo con la Ford per il futuro dell’azienda, preferendo una soluzione italiana. Ford infatti offrì a Enzo un contratto molto particolare, nel quale affermava che Ford avrebbe avuto il pieno controllo sulle decisioni relative ad ogni singolo aspetto dell’azienda Italiana, comprese corse, motori e molto altro, lasciando Ferrari senza alcuna voce in capitolo. Ferrari ovviamente rifiutò categoricamente l’offerta di Ford, mantenendo l’azienda interamente italiana. Nel museo è stato esposto il telegramma con il contratto che Ford sottopose a Enzo, a fianco del quale Enzo scrisse “Non ci siamo! Non va bene!”

 

Così nel 1969 Ferrari è ormai consapevole che lo sviluppo dell’attività industriale richiede un socio potente nel settore e stipula un accordo con il gruppo Fiat per la cessione del 50% dei titoli azionari Ferrari. Nel 1971 viene costruita la pista di Fiorano su precisa volontà di Enzo Ferrari, la cui realizzazione si conclude in appena sette mesi. Da qui iniziano ad essere sviluppate e costruite vetture che conquisteranno moltissimi titoli mondiali ma soprattutto il cuore degli appassionati. Infatti nel 1987 vede la luce una delle Ferrari più amate di sempre: la Ferrari F40, ultima vettura realizzata sotto la gestione di Enzo Ferrari. Purtroppo il 14 agosto del 1988 Enzo Ferrari muore nella sua casa di Modena, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dell’automobile e nel cuore di tutti gli appassionati Ferrari.

 

 

Abbiamo deciso di rendere omaggio al grande Enzo Ferrari proponendo questo articolo ricco di informazioni e particolari inediti per ricordare quanto abbia dato all’Italia e al mondo dell’automobile. Questo viaggio nel passato ci ha ricordato come l’Italia, devastata dalla guerra, sia riuscita con pochissimi mezzi a costruire vere e proprie icone nel mondo, come Alfa Romeo, Maserati, Ducati e Farrari, che ancora oggi è il punto di riferimento nel mondo, l’Auto sportiva per antonomasia. Ci auguriamo davvero che l’Italia riesca a fare grande tesoro di questo passato, ma soprattutto riesca a mantenere questa importante ricchezza negli anni a venire, rispolverando magari anche marchi antichi di autovetture ormai dimenticati. Ringraziamo lo staff del MEF per averci offerto questa grande possibilità e per la grande professionalità e disponibilità nella scoperta di questo nuovo museo. Presto pubblicheremo le grandi sfide Ferrari-Maserati, dove ripercorreremo le sfide dei due amici costruttori nelle gare del ‘900.

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Author: Manuel Morlini

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