Marchionne: “Fiat continuerà a investire in Italia”
Sep24

Marchionne: “Fiat continuerà a investire in Italia”

In questi ultimi giorni ha fatto molto scalpore la notizia dela cancellazione del progetto Fabbrica Italia e di conseguenza dei 20 miliardi di investimenti che Sergio Marchionne si era impegnato ad investire. La decisione non è piaciuta ai sindacati e al governo, i quali hanno chiesto subito chiarimenti al numero uno di Fiat. Il timore era che marchionne decidesse di investire unicamente all’estero, chiudere alcuni stabilimenti in italia e spostando la produzione delle vetture dove più conviene. Ovviamente questo scenario desolante per ora non accadrà e subito dopo l’incontro con Mario Monti, Marchionne ha affermato chiaramente che Fiat investirà ugualmente in Italia, ma quando il mercato Europeo darà segni di ripresa. Infatti i 20 miliardi di investimenti non sono stati cancellati, ma restano “fermi” in attesa di un periodo migliore per investirli. In attesa che il mercato europeo si riprenda (e dagli ultimi dati, ci vorrà un altro anno) Marchionne ha deciso di cambiare strategia, sviluppando un modello di produzione che prevede la produzione di auto in Italia prevalentemente per l’estero e l’attività in Italia sarà sostenuta dai grandi risultati che Fiat sta ottenendo negli Stati Uniti ed in Sud America. Marchionne infatti ha anche affermato che Fiat procede molto bene in tutti gli altri mercati in cui è presente ed in particolar modo in Brasile, dove il costruttore italiano è leader da anni con un fatturato sempre in attivo. Per questi motivi Marchionne ha anche chiesto benefici e sostegno a Fiat come forniscono tutti gli altri paesi in cui Fiat cresce costantemente (come Serbia e Brasile), affermando che anche questo genere di “aiuti” permette alle aziende di incrementare la produzione ed i posti di lavoro. Lavoratori e sindacati non si sentono rassicurati dalle affermazioni di Marchionne e vogliono più certezze. Fiat ha investito oltre 2 miliardi di euro per il nuovo impianto di Grugliasco dove saranno prodotte le nuove Maserati e, cosa non da poco, ha riportato la produzione della Fiat Panda in Italia, investendo pesantemente e riqualificando lo stabilmento di Pomigliano d’Arco. Per molti questo è un piccolo passo, ma in pochi forse sanno che nessun costruttore di questi tempi sposterebbe la produzione dalla Serbia o dalla Polonia in Italia, in quanto nei paesi dell’est tutti i costruttori di auto che investono, godono di incentivi statali, aiuti e agevolazioni. Quindi riportare la Panda in Italia è stato un grande sforzo e finora nessun altro costruttore europeo ha spostato la produzione di una propria vettura dall’est europa al proprio paese. Difficile credere quindi che dopo questi sforzi ed investimenti Marchionne decida di lasciare l’Italia. D’altra parte però, la chiusura dell’impianto di Termini Imerese, gli investimenti di Fiat con il “contagocce”, la riduzione...

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Maserati: due nuove berline ed una gamma completa per competere con Porsche e Bentley
Oct26

Maserati: due nuove berline ed una gamma completa per competere con Porsche e Bentley

Nei prossimi anni, Maserati avrà nuovi modelli e nuove tecnologie che le permetteranno di competere direttamente con Porsche e Bentley. Questo è il futuro della casa modenese secondo i piani di Sergio Marchionne, il quale vede un grande potenziale nella casa del tridente. Marchionne afferma che Ferrari non può essere paragonata ai due marchi tedeschi e che non produrrà mai vetture a quattro porte o SUV, in quanto la casa di Maranello è un brand che produce auto in un settore a se stante. Fiat infatti ha fissato il limite massimo di 10.000 unità annue per la produzione di vetture Ferrari, in quanto puntare a volumi di 15.000 unità annue in tutti i mercati del mondo sarebbe pericoloso per “l’integrità e l’esclusività del brand”, nodo cruciale secondo Marchionne, che ha affermato: “L’unicità del marchio non può essere sottovalutata, quindi siamo molto, molto prudenti”. Per quanto riguarda Maserati invece, l’AD ha affermato: “In Maserati abbiamo investito quanto più possibile, perché la casa ha il DNA perfetto competere con Porsche e Bentley”.   Due nuove berline ed un SUV L’obiettivo è quello di aumentare le vendite di Maserati dalle attuali 5600 a ben 60.000 unità l’anno, che equivale a decuplicare le vendite attuali. Questo sarà possibile grazie all’introduzione nella gamma del tridente di due nuove berline e del SUV Kubang, presentato allo scorso salone dell’auto di Francoforte. La prima vettura ad essere introdotta sarà la “Maseratina”, nome attribuito alla piccola Maserati di segmento E, la quale sarà equipaggiata con motorizzazioni Diesel e benzina a 6 cilindri e si posizionerà al di sotto della Quattroporte.   Successivamente verrà introdotta una vettura inedita di categoria superiore alla Quattroporte, la quale sarà equipaggiata con il V8 di origine Ferrari, il cui nome è del tutto sconosciuto. Da alcuni giorni però, Maserati ha registrato il nome “Cinqueporte”. Questa denominazione per ora è un’incognita, in quanto alcune fonti affermano sarà il vero nome del Kubang, mentre altri affermano che sarà il nome della vettura che si posizionerà al di sopra della Quattroporte. Quesete due nuove berline saranno commercializzat entro il 2013. Le nuove berline sono già in fase di industrializzazione, come afferma lo stesso Marchionne ai giornalisti di AutomotiveNews:   “Le due berline sono già in fase di industrializzazione e sono molto belle, mi creda”.   Entro il 2014, le tre berline, la GranTurismo e la GranCabrio avranno il compito di vendere circa 45.000 vetture l’anno e con l’inserimento del nuovo SUV, il cui nome non è ancora confermato, dovrà vendere 15.000 unità l’anno. In questo modo la nuova gamma Maserati raggiungerà le 60.000 vetture vendute in un anno e potrà sfidare ad armi pari le rivali tedesche.  ...

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Fiat: da gennaio 2012 fuori da confindustria
Oct04

Fiat: da gennaio 2012 fuori da confindustria

L’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, annuncia in una lettera inviata al presidente della confederazione degli industriali, Emma Marcegaglia, che il gruppo Fiat uscirà da confindustria dal primo gennaio 2012. Nella lettera, Marchionne chiarisce le motivazioni di questa scelta: “Cara Emma, negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l’obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all’accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all’approvazione da parte del Parlamento dell’articolo 8, che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all’estensione della validità dell’accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno (continua…)”   L’AD di Fiat continua affermando: “La Fiat, fin dal primo momento, ha dichiarato a Governo, Confindustria e organizzazioni sindacali il pieno apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero risolto molti punti nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo sviluppo economico del nostro Paese. Questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficoltà dell’economia mondiale, avrebbe permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti. Con la firma dell’accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l’applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull’efficacia dell’Articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l’impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale”.   Marchionne ha infine ricordato che Fiat sta costruendo un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi, e non può operare in Italia in un quadro di incertezze: “Per queste ragioni, che non sono politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento, ti confermo che, come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012. Stiamo valutando la possibilità di collaborare, in forme da concordare, con alcune organizzazioni territoriali di Confindustria e in particolare con l’Unione Industriale di...

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