“Fiat è quotata a Milano, ma andremo dove c’è un accesso più facile ai capitali. Non c’è dubbio che il mercato più fluido è quello americano, quello di New York, ma deciderà il Consiglio di amministrazione. Io sono pronto anche ad andare a Honk Kong per finanziare lo sforzo di Fiat-Chrysler. Lo decideremo, anche in base alla scelta di Borsa, ma mi lasci dire che è una questione che ha un valore puramente simbolico, emotivo. La sede di Cnh Industrial si è spostata in Olanda, ma la produzione che era qui è rimasta qui in Italia. La società avrà inoltre un nome nuovo“
IL RILANCIO DI ALFA ROMEO E I NUOVI MODELLI
La nuova strategia del gruppo sarà uscire dal mass market, dove i clienti sono pochi, la concorrenza è alta ed i margini sono bassi, per entrare nella fascia Premium con prodotti di alta qualità, concorrenza ridotta, clienti più attenti e margini più grandi. Per fare questo, Marchionne ha affermato che si punterà tutto su Maserati e Alfa Romeo:
“Nello stabilimento Maserati di Grugliasco, la gente lavora in guanti bianchi e si scelgono le rifiniture in pelle per andare sui mercati del mondo, mentre in capannoni fantasma mimetizzati in giro per l’Italia, squadre di uomini nostri stanno preparando i nuovi modelli Alfa Romeo che annunceremo ad aprile e che cambieranno l’immagine del marchio, riportandolo all’eccellenza assoluta. Fiat andrà nella parte alta del mass market con le famiglie Panda e Cinquecento, e uscirà dal segmento basso e intermedio. Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano , nella linea Y. Come vede la vera scommessa è utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo dell’Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana”.
Quindi il piano finale è il seguente: nel polo Mirafiori-Grugliasco si produrranno le Maserati, compreso il nuovo SUV e una nuova vettura che per ora non viene svelata. A Melfi saranno prodotte la Fiat 500 X e la piccola Jeep, a Pomigliano la Panda e forse una seconda vettura. Cassino sarà il punto nevralgico del nuovo piano, in quanto strutturalmente e per capacità produttiva è lo stabilimento più adatto al rilancio Alfa Romeo. Quando il piano sarà a regime, se il mercato darà segni di ripresa, la rete industriale italiana sarà piena e saranno reintegrati tutti gli operai che ora sono in cassa integrazione. Alla ormai vecchia e fatidica domanda “venderà l’Alfa Romeo ai tedeschi?”, Sergio risponde così:
“Se la possono sognare. E credo che la sognino, infatti. L’Alfa è centrale nella nostra nuova strategia. Ma come la Jeep è venduta in tutto il mondo ma è americana fino al midollo, così il dna dell’Alfa dev’essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potrà mai diventare americano. Basta anche con i motori Fiat nell’Alfa Romeo. Così come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti resterà a casa”.
Si prospetta quindi un futuro roseo per tutti i brand e l’industria automobilistica italiana, anche se per Lancia il mercato è stato ridotto. Travate l’intervista completa su Repubblica.