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Audi acquista Ducati per 860 milioni di euro

Purtroppo le voci degli ultimi mesi erano fondate ed un altra grande azienda italiana finisce in mani tedesche. Oggi è stato ufficializzato l’acquisato di Ducati da parte di Audi, la quale ha sborsato 860 milioni di euro per avere la casa di Borgo Panigale (Bologna). Un’azienda “piccola” ma dall’enorme passione per le due ruote, che le ha permesso con pochi ingegneri ed un budget limitato di vincere il mondilae di MotoGP nel 2007 contro tutti i colossi giapponesi e contro ogni previsione, grazie ad una grande passione che si può respirare e percepire già a pochi metri dall’azienda. Inoltre le moto stradali sono considerate le più belle del mondo ed ogni anno ricevono prestigiosi premi per lo stile e la tecnologia. Ducati nasce nel 1926 con il nome di Società Scientifica Radio Brevetti Ducati, specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. Nel 1935 venne realizzato lo stabilimento dove ha attualmente sede la Ducati Motor Holding Spa e la produzione venne ampliata con la realizzazione delle prime apparecchiature radiofoniche, antenne radio, macchine fotografiche, rasoi elettrici, proiettori cinematografici e addizionatrici elettriche. Al termine della seconda guerra mondiale, vi fu la necessità di realizzare una nuova produzione da affiancare alle precedenti realizzazioni. Così nel 1946 nacque così il reparto motociclistico come branca dell’azienda, con la produzione del Cucciolo, un motore monocilindrico da applicare ad una normale bicicletta, progettato dalla SIATA di Torino. Successivamente, questo venne applicato ad un telaio progettato dalla Caproni, ottenendo un bicimotore venduto in tutto il mondo in oltre 250.000 unità. (Continua all’interno…)

 

 

Nel 1954 venne assunto in Ducati Fabio Taglioni, il geniale progettista romagnolo che sviluppò per Ducati oltre mille progetti di moto e motori tra il 1954 e il 1984, ma soprattutto sviluppò le tecnologie che avrebbe formato il dna delle moto Ducati, come il sistema desmodromico, il motore bicilindrico ed il telaio a traliccio, “anima” delle moto Ducati. Nel 1985 la società venne ceduta all’azienda motociclistica Cagiva (Varese), che ne mantenne la proprietà fino al 1996. Nel 1996 il Texas Pacific Group acquistò il 51% delle azioni Ducati, in quanto gli americani erano (e sono tutt’oggi) estremamente innamorati di queste moto italiane. Nel 2006 il marchio Ducati ritorna in mani italiane con l’acquisto da parte di Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi, di una quota consistente del capitale sociale e già nel 2007 vi è stato un ritorno all’utile, chiudendo con un giro d’affari di quasi 398 milioni di euro, in aumento del 30,5% rispetto ai 305 milioni dell’anno precedente. Oggi Ducati abbandona nuovamente l’Italia per andare in mani tedesche, dopo anni di utili, moto stupende e vittorie in Superbike e MotoGP. Tra le moto più famose come non citare la Ducati Monster, la 998, la 1098 e l’ultimo gioiello di casa: la 1199 Panigale. Con questa vendita sicuramente Ducati avrà maggiori finanze per sviluppare in Italia nuovi modelli e nuove tecnologie, come avvenuto per Lamborghini, ma resta comunque la tristezza di vedere un’altra grande azienda italiana, ma soprattutto un pezzo della storia motociclistica d’Italia, finire in mani tedesche per ragioni di “crescita”, anche se il cuore e la passione dovrebbero essere motivazioni più valide.

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