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Scandalo Emissioni: anche Mitusbishi ammette di averle truccate

Anche i migliori sbagliano. Dopo lo scandalo Dieselgate sulle emissioni truccate che ha travolto Volkswagen facendo crollare la “perfezione” dei tedeschi, ora è il turno dei giapponesi di Mitsubishi, i quali hanno ammesso di aver truccato i dati relativi alle emissioni dei loro motori, utilizzando un software apposito su oltre 625.000 automobili.

In questo caso, le emissioni misurate sarebbero inferiori al 10% rispetto a quelle reali, ma tuttora il governo giapponese sta verificando la presenza di altre anomalie.

Le motivazioni dell’imborglio

Dalle prime informazioni, pare che gli ingegneri Mitsubishi abbiano fatto calcoli errati in fase di progettazione sulla resistenza all’avanzamento, aumentando così consumi ed emissioni in modo irreparabile.

Costretti a rimediare all’errore, l’unica via per risolvere il problema (a loro modo di vedere) era quella di falsificare le emissioni, utilizzando un software simile a quello di Volkswagen per “ingannare” gli strumenti di rilevamento delle emissioni.

Il governo giapponese sta effettuando ispezioni nello stabilimento e nel centro tecnico ad Aichi, per verificare non ci siano altre irregolarità.

Il crollo in borsa

La Mitsubishi Motors ha perso in borsa ben 2,5 miliardi di dollari in appena due giorni con un crollo del 20% del titolo, mai visto negli ultimi 10 anni. La situazione si fa ancor più seria vista la poca liquidità di Mitsubishi, necessaria per affrontare tutti i richiami ed i relativi risarcimenti.

Inoltre, anche Nissan potrebbe rischiare di essere messa in mezzo. Mitsubishi infatti produce piccole citycar per conto di Nissan (le Nissan Dayz, solo per il mercato giapponese) e per questo motivo anche Nissan dovrà chiarire la sua posizione, e potrebbe chiedere a sua volta danni a Mitsubishi.

Le scuse

Anche se è solo una magra consolazione, durante la conferenza stampa tutta la dirigenza Mitsubishi ha chiesto scusa ai consumatori, inchinandosi.

Un gesto che certamente non cancella quanto fatto, ma che ormai è sempre più raro da vedere.

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